Turismo relazionale e Coronavirus
Vivo per viaggiare . E’ il mio lavoro , la mia passione , la mia vocazione .
Lavorare nel turismo e viaggiare mi hanno reso un cittadino globale e migliore e hanno ampliato la mia prospettiva. Ho viaggiato molto e oggi, grazie al mio lavoro , ho amici in tutto il mondo.
Ho basato tutto il mio lavoro sul turismo relazionale ed esperienziale in Sicilia. Ed è chiaro che oggi, parlare di turismo relazionale e Coronavirus è difficile.
Il turismo relazionale è un turismo particolare dove il turista diventa ricercatore di colori, sapori e conoscenze che sono l’identità della vera Sicilia. Il turista, che diventa emotivamente coinvolto nei luoghi e nella comunità visitata. Un turista che si trasforma in un “narratore” della sua esperienza.
Il concetto di questo tipo di turismo è molto semplice. Oggi, non viaggiamo più solo per guardare ma per “toccare”, “scoprire”, “incontrare”. Possiamo chiamarlo turismo relazionale, partecipativo o esperienziale. Ciò che è importante è il concetto di base: la valorizzazione del territorio attraverso l’interazione e le relazioni sociali.
Parlare di turismo e soprattutto di turismo relazionale e Coronavirus è davvero difficile. La psicosi generale legata a Covid-19 ha portato un gran numero di turisti ad annullare viaggi programmati in Italia ed in gran parte del mondo. Ed oggi, che l’Italia è diventata tutta zona rossa (e siamo costretti a stare a casa ) , le relazioni sono le prime cose che “saltano” dalla nostra vita.
Coronavirus significa: vivere senza toccare e con pareti invisibili intorno ad ogni persona. Eppure, è la comunità l’arma della quale avremmo maggiormente bisogno in questo momento di pressanti difficoltà.
In Italia e specialmente in Sicilia (dove le persone sono famose per le grandi riunioni di famiglia , gli effusivi saluti con 2 baci, la pausa caffè o aperitivo senza preoccuparsi troppo del tempo) molti di noi stanno lottando per adattarsi alle nuove regole di comportamento per rallentare la diffusione del coronavirus.
Non si può negare che il contatto aiuti a trasmettere e persino a modellare le emozioni, a costruire, rafforzare e sostenere le relazioni umane. Ed è essenziale per la vita.
La paura, una percezione alterata del rischio e una linea poco chiara da seguire per quanto riguarda i viaggi hanno sicuramente dato il colpo di grazia a una delle attività più importanti nel nostro paese : il turismo.
Turismo relazionale e coronavirus : praticamente 2 nemici
Non voglio sottovalutare il problema, né negarlo.
Oggi la priorità è ascoltare ciò che ci viene imposto dal governo e dalla protezione civile. Ma voglio provare ad essere positiva e guardare al futuro.
Può sembrare sbagliato, provare a suggerire un viaggio in Italia. Soprattutto in un momento in cui interi paesi sono bloccati e migliaia di persone sono infette.
Ma tutto ciò non può impedirci di pensare, parlare, sognare di viaggiare , nel prossimo futuro.
È normale che le persone si preoccupino dei viaggi sicuri, soprattutto quando si avventurano all’estero. E quando la diffusione del coronavirus domina tutte le notizie , aumenta solo l’ansia esistente.
Avevamo pensato che l’avversario che ci avrebbe fatto rinunciare ai nostri valori , al nostro modo di vivere, alle relazioni , ai viaggi, fosse il fondamentalismo islamico. Ma oggi ci siamo trovati di fronte al vero nemico che ci sta facendo alzare muri molto alti. E questo nemico si chiama Covid-19.
Anche se ci piace il contatto fisico con gli altri, essere più attenti e riservati, per alcune settimane non ucciderà sicuramente nessuno. Quindi dobbiamo mostrare pazienza e comprensione. Dobbiamo seguire le regole e usare la tecnologia e i social network per rimanere in contatto con il mondo e lavorare.
Anche se il contatto fisico è uno dei sensi più importanti, è solo uno dei cinque. Forse, dovremmo utilizzare questo tempo a nostra disposizione per scoprire nuovi modi per far “vivere” le bellezze dell’Italia utilizzando gli altri 4 sensi.
Intendo continuare a incoraggiare le persone a considerare l’Italia e la Sicilia come loro destinazione di viaggio. Soprattutto guardando nel prossimo futuro , quando la situazione sarà sotto controllo.
Tutti abbiamo bisogno di qualcosa da sognare per sopravvivere . E’ essenziale viaggiare, vedere il mondo, fare nuove amicizie e vivere esperienze straordinarie che danno senso alla vita. Senza di esse , non stiamo vivendo.
Noi operatori turistici dobbiamo essere pronti con nuovi itinerari e progetti per i turisti che attendono con ansia il via libera per preparare le valigie.
E a tutti i viaggiatori voglio dire: sì, al momento potresti dover cancellare i tuoi programmi di viaggio. Ma non appena il coronavirus sarà sconfitto, ricominciate a viaggiare. Il mondo diventerebbe più pericoloso se smettessimo di viaggiare. Le economie dei paesi soffrirebbero, la disparità aumenterebbe e diventeremmo meno comunità e più isolati. Perché Covid-19 vuole trasformarci in una società egoista.
Ho la mia idea personale sul Covid-19, ma non ne voglio parlare oggi in questo articolo. Voglio solo provare a comunicare ai miei lettori che Covid-19 ci chiede di essere più individui e meno comunità. E’ giusto che oggi rispettiamo queste regole per non essere sconfitti da un virus. Ma, vorrei solo che , non appena questo incubo finirà, ognuno di noi ripensasse a tante cose. A come, per esempio, informazione, istruzione, rispetto e comunità sono le uniche armi in grado di combattere la psicosi . Le stesse armi che consentono ai cittadini di vivere una vita normale. Senza privazioni, senza particolari restrizioni e soprattutto senza imposizioni.
Facciamo tesoro dell’esperienza drammatica di oggi . Sfruttiamo questo tempo a disposizione per ripensare ad un nuovo modello di vita .
Pensiamo che con lo sfruttamento della terra stiamo assistendo ad un cambiamento climatico con livelli preoccupanti. E che oggi, forzati a fermare la grande produzione , stiamo facendo respirare il pianeta;
Pensiamo che abbiamo fondato la nostra società sul consumismo e su delle cose futili . E che oggi, costretti a fermarci, sono passati in secondo piano. E ci stiamo rendendo conto che si può fare a meno di alcune cose inutili;
Pensiamo al fatto che tutti corriamo 14 ore al giorno , rincorrendo il possesso di beni materiali. E oggi, ci rendiamo conto che stiamo perdendo di vista il valore del tempo , della famiglia, dei sentimenti ;
Pensiamo, che nella società attuale abbiamo delegato le relazioni e la socialità ad un mondo virtuale. Ed oggi che, il virus ci toglie la possibilità di vere relazioni , vicinanze e socialità , ci manca tutto come l’aria..
E allora, trasformiamo questo momento in un banco di prova per riscoprire i sentimenti , le vere relazioni e quel senso di comunità . Ovvero, ciò che, in un futuro non troppo lontano, sarà indispensabile per combattere battaglie ancora più difficili e aspre.
Dobbiamo evitare l’illusione che quando il virus sarà sconfitto, saremo le stesse persone. Saremmo diversi e sarebbe bello se lo fossimo in maniera migliore .
Niente riunisce le persone come un problema comune. Perché anche se viviamo in luoghi diversi, viviamo sotto lo stesso cielo.
E ricordate : non smettiamo di viaggiare, perché il mondo è un libro e coloro che non viaggiano leggono solo una pagina. ( Sant’Agostino)
Insieme vinceremo .
Vi aspettiamo prestissimo in Italia ed in Sicilia
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